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«Caro Dante (come t'acchiappo lo scrittore), è una storia vera, è il racconto di una corrispondenza virtuale, sfociata in amore, tra me e uno scrittore affermato. Esistono prove tangibili della veridicità della mia affermazione. Lo scrittore in questione, opportunamente mascherato nel romanzo, è al corrente di questo mio progetto editoriale e, oltre ad aver letto il romanzo che ne ho tratto, ha dato il nulla osta ad una eventuale pubblicazione. Ho deciso di raccontare questa storia servendomi dell'ironia, e ho lasciato che la parte importante la facessero le lettere (mail) che ci siamo scambiati. Per spezzare il ritmo della fitta tessitura della corrispondenza, ho creato la figura del lettore, con il quale intrattengo una conversazione costante, strapazzandolo, sfogandomi o chiedendo consiglio». (Antonella Perilli)